Associazione di volontariato e di solidarietà internazionale      
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IL VIAGGIO

Il viaggio, nato così per caso e senza particolare motivazione, né approfondita conoscenza del luogo che si sarebbe visitato, salvo le poche notizie lette su una guida turistica o su qualche sito internet, si è rivelato come un improvviso ribaltamento, un' esperienza sovversiva, se così si può definire il disvelamento di una realtà della quale se ne conosce distrattamente l'esistenza, ma un'esistenza teorica e lontana, razionale ed intellettuale, fatta di libri letti o di conoscenze apportate dalla cronaca giornalistica, una consapevolezza distaccata, ben diversa dalla concretezza dell' esperienza reale.
E lì è poi accaduto che la conoscenza teorica ha trovato una verifica concreta, in certi momenti drammaticamente concreta, in altri accompagnata dalla scoperta di una ricchezza di umanità e civiltà fino ad allora per me sconosciuta.
L'incontro con Yacouba, con la donna di Banani, con gli accompagnatori e con tanti altri, con la loro cultura e le loro usanze, con la loro disponibilità e signorilità, hanno costretto a riportare l'attenzione ai valori che come pilastri sostengono la cultura di un popolo o di una società ed a confrontare i nostri pilastri con i loro.
E lì si è scoperto che alla base c'è il rapporto con l'altro, c'è un'enorme competenza e capacità di modulare tali relazioni in base a numerose motivazioni e ciò rappresenta il loro patrimonio; così ai nostri occhi i nostri comportamenti, il nostro modo di rapportarci è apparso rozzo e primitivo, come se la nostra rincorsa consumistica al possesso di oggetti si fosse sovrapposta come una crosta, distogliendoci da quei valori, impedendoci di esercitare queste facoltà profondamente umane, producendo una loro progressiva involuzione.
Si è tornati con una certezza: quella di essere profondamente cambiati.
Allora è stato fermare subito il ricordo e soprattutto l'esperienza emotiva, e quindi di vera conoscenza, in un testo che ha preso la consistenza di un lungo diario di viaggio soprattutto interiore, ed iniziare un'affannosa e caparbia ricerca di fonti informative che potessero permettere di comprendere ciò che si era visto e di interpretare meglio l'esperienza vissuta.
Si sono fatto scorribande nella narrativa italiana e africana, si sono letti resoconti di viaggi condotti sullo stesso itinerario, si è scavato tra alcuni saggi antropologici, si sono cercati riviste e giornali specializzati, si è scoperta l'esistenza delle O.N.G. e del volontariato, si è ho ascoltata la musica africana, si sono visitate mostre e convegni, si è parlato con tante persone scoprendo la somiglianza se non l'identità della comune esperienza in Africa, si è insomma inavvertitamente aperta una porta su un panorama vastissimo, appassionante e sconosciuto.
Il tutto anche perché si sentiva di voler fare, come un dovere morale e un impegno civile e politico: ci si è profondamente vergognati di essere bianchi e di contribuire con il nostro stile di vita, seppure in infinitesima parte, alla povertà di una parte del mondo ed alla distruzione del suo patrimonio culturale.
L'idea era già balenata a Ibi quando Yacouba raccontava di percorrere sedici chilometri di savana al giorno per andare a scuola con ai piedi delle ciabatte rotte, o quando l'accompagnatore lungo la falesia ha chiesto di insegnargli a scrivere, non avendo potuto frequentare la scuola quando era bambino, ed ci si chiedeva come potesse l'Africa riscattarsi dalla dipendenza e dalla povertà senza il possesso degli strumenti di conoscenza di base, ma quell'idea era sembrata un sogno, solo una fantasia prodotta dall'entusiasmo del momento.
Poi qui si è ripensato ai tanti anni di lavoro alle spalle, alle molteplici esperienze professionali vissute in vari ambiti, agli amici e colleghi ai quali si era raccontata l' esperienza e che ne erano stati contagiati, alle risorse che tutti insieme avremmo potuto mettere in campo e ………… così è nata la nostra associazione ed i successivi viaggi che ci hanno permesso di conoscere il villaggio di Walia, i suoi abitanti ed i suoi bisogni.

Yacouba
Il colore del Mali
Arance
I love Africa
Caldo sorriso
A riposo sul Bani
Falesia di Endè
Maglietta grigia
Amina
Trio di Djenné
© Yacouba per l'Africa